(massima n. 1)
Nell'espropriazione di crediti, il terzo debitore del debitore esecutato non è legittimato a far valere l'impignorabilità del bene, neanche sotto il profilo dell'esistenza di vincoli di destinazione, attenendo tale questione al rapporto tra creditore esecutante e debitore esecutato, il quale ultimo soltanto si può avvalere degli appositi rimedi oppositivi previsti dalla legge, sicché, nella espropriazione presso terzi, l'indicazione dell'esistenza di un vincolo di destinazione, che può determinare l'impignorabilità del credito aggredito in via esecutiva, non fa venir meno il carattere di positività della dichiarazione resa dal terzo ai sensi dell'art. 547 cod. proc. civ. Dunque, ricorre l'opponibilità al creditore pignorante unicamente delle cessioni di crediti anteriori al pignoramento, notificate o accettate dal debitore ceduto prima dell'iniziativa esecutiva, e non anche di negozi privati non contemplati dall'ordinamento ed espressione dell'autonomia negoziale delle parti, produttivi di effetti giuridici solo nei confronti di coloro che li hanno conclusi, ma non anche dei terzi.