(massima n. 1)
È palesemente infondato il ricorso proposto per la condanna della Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell'Interno al risarcimento dei danni che il ricorrente, già sindaco di un Comune, assume di aver subito a causa del dichiarato illegittimo scioglimento per 18 mesi del Consiglio comunale, ai sensi dell'art. 143, D.Lgs. 18 agosto 2000 n. 267, per la perdita dell'indennità di Sindaco e delle indennità per le cariche che avrebbe potuto assumere, nonché per i danni arrecati all'attività professionale, all'onore, alla reputazione, all'immagine, alla possibilità di carriera politica, alla vita familiare e alle relazioni sociali, nonché per sofferenze fisiche e psichiche, non sussistendo l'elemento soggettivo della colpa dell'Amministrazione ex art. 2043 c.c., il cui comportamento deve essere valutato con riferimento alla contingenza e alla doverosità di sovvenire a esigenze di celerità, quindi al momento dell'emanazione del provvedimento, e in carenza di elementi che denotino mala fede, gravi irregolarità, riprovevoli mancanze e il manifesto intendimento di nuocere l'interessato.