(massima n. 1)
In tema di violazione di sigilli, di cui all'art. 349 c.p., dalla mancata specificazione del divieto di non proseguire le opere non può derivare di per sé la configurabilità della buona fede, poiché è dato di comune esperienza anche per i cittadini privi di cultura, che gli ordini dell'autorità vanno osservati, o che, quanto meno, prima di aggirarne il contenuto, il singolo sia tenuto ad espletare ogni opportuno accertamento per stabilirne caratteri e limiti.