(massima n. 1)
Lo scioglimento di una società per morte di uno dei due soci che la componevano non ne determina in via immediata l'estinzione, che si verifica soltanto con l'esaurimento delle operazioni di liquidazione, mentre sino a tale momento persiste l'autonomia patrimoniale della società, e ciò anche se, nelle more del provvedimento di liquidazione o prima di esso, sopraggiunga pure la morte del socio superstite. Ne consegue che in siffatta ipotesi non si verifica confusione del patrimonio sociale con quello di detto socio e che i creditori sociali hanno diritto ad essere soddisfatti sui beni compresi nell'asse ereditario del medesimo costituenti il patrimonio della società con preferenza rispetto agli altri creditori, salvo a concorrere con questi ultimi, per l'eventuale eccedenza, sui residui beni dell'eredità, secondo l'ordine dei rispettivi crediti.