(massima n. 2)
In tema di vizi della motivazione, il controllo di legittimità operato dalla Corte di cassazione non deve stabilire se la decisione di merito proponga effettivamente la migliore possibile ricostruzione dei fatti, né deve condividerne la giustificazione, ma deve limitarsi a verificare se tale giustificazione sia compatibile con il senso comune e con i limiti di una plausibile opinabilità di apprezzamento. (Fattispecie in tema di falso ideologico, nella quale l'imputato ricorrente, componente di una commissione medica, aveva dedotto mancanza e manifesta illogicità di motivazione, lamentando che il giudice di merito non aveva tenuto conto, da un lato, del fatto che la diagnosi del consulente tecnico del P.M. si era discostata di poco da quella della commissione — e che, per altro, poteva anche essersi verificata una modifica delle condizioni del paziente — dall'altro, che la suddetta commissione non disponeva dei migliori strumenti di accertamento diagnostico. La Corte, enunciando il principio sopra riportato, ha dichiarato, sul punto, inammissibile il ricorso).