(massima n. 1)
Commette il delitto di rivelazione di segreto di ufficio il presidente di una commissione speciale per la trasparenza, istituita dal consiglio comunale, che riveli nel corso di una conferenza stampa e riporti in una denuncia presentata all'autorità giudiziaria ed alla Corte dei conti il contenuto di tabulati relativi ai dati esterni di conversazioni telefoniche effettuate, per ragioni non istituzionali, dal sindaco e da assessori su utenze radiomobili intestate al comune ed in loro dotazione. (Nell'occasione, la Corte ha precisato che il presidente della commissione consigliare non avrebbe potuto conoscere legittimamente e comunque divulgare — secondo le disposizioni vigenti in tema di competenza delle articolazioni dei consigli comunali e di accesso e di trasparenza — i dati riservati trasmessi dal gestore i quali avrebbero potuto essere resi noti solo all'esito di una valutazione da parte del consiglio comunale; e che il comportamento del presidente della predetta commissione non avrebbe potuto essere ricondotto nell'ambito dell'esercizio di un dovere giacché tale dovere avrebbe dovuto essere esercitato mediante la presentazione di una denuncia all'autorità giudiziaria e non anche rendendo pubblici i dati nel corso di una conferenza stampa).