(massima n. 1)
L'appello principale, ritenuto inammissibile per tardività, non può trovare spazio, nel giudizio d'impugnazione, come appello incidentale; quest'ultimo infatti costituisce un tipo speciale di appello soggetto ad autonoma disciplina e non può, pertanto, assumere funzioni e scopi diversi da quelli tipici assegnatigli dalla legge. Né, al riguardo, può trovare applicazione la regola di cui all'art. 568, comma 5, c.p.p., secondo la quale l'impugnazione è ammissibile indipendentemente dalla qualificazione datale dalla parte; ed invero l'impugnazione erroneamente qualificata si sottrae alla sanzione della inammissibilità se ed in quanto rivesta i requisiti prescritti per il tipo di impugnazione in concreto consentita: ne consegue che l'impugnazione principale, in sé inammissibile perché tardiva o per altra causa, non può assumere la veste di impugnazione incidentale della quale non ha i requisiti prescritti.