(massima n. 3)
Non è giuridicamente illogica l'individuazione dello stato di ebbrezza alcoolica quale causale del reato, poiché la piena imputabilità dell'agente sancita dall'art. 92 c.p. nonostante l'alterazione psichica conseguente alla ubriachezza volontaria o colposa, costituisce mera finzione giuridica imposta dalla necessità di difesa sociale, mentre permane sul piano naturalistico tale alterazione, che, soggiogando più o meno compiutamente le facoltà intellettive e volitive del soggetto, può essa stessa costituire causa efficiente del reato e la ratio della sua punizione. (Fattispecie in tema di tentato omicidio).