(massima n. 1)
Il rigetto dell'istanza di sostituzione della misura cautelare con altra meno afflittiva, implica per il giudice l'obbligo di motivare accertando in concreto e, quindi, in termini puntuali e specifici, se ricorrano le specifiche situazioni che, in relazione alla gravitą del fatto nonché alla natura ed al grado delle esigenze cautelari, rendono imprescindibile ed inevitabile la necessitą di adottare e mantenere la misura cautelare pił grave, dando conto, con criteri logici e di plausibile persuasivitą, delle ragioni giustificative di un provvedimento che, in nome di esigenze cautelari non altrimenti realizzabili, sacrifica la libertą personale dell'indagato nella misura massima possibile. (Nella fattispecie, relativa al rigetto dell'istanza di sostituzione della custodia cautelare in carcere imposta al soggetto trovato in possesso di circa duecento grammi di cocaina, la Corte ha accolto il ricorso sul presupposto della mancato esame da parte del Gip dell'incensuratezza del prevenuto e della sua concreta collaborazione alle indagini).