Determinazione e funzione del modulo d'acqua
Per afferrare subito il punto d'applicazione di questa norma, che nella nuova formulazione riesce un po' meno chiaro di quanto era nel precedente art. 622 del codice abrogato, bisogna rilevare che essa si riferisce non all'esercizio ma al momento costitutivo della servitù. E significa semplicemente che dovendosi costituire una servita di derivazione d'acqua per una quantità costante il mezzo tecnico da impiegarsi necessariamente per la determinazione della quantità intesa e convenuta è il modulo di acqua, che funziona da unità di misura dell'acqua corrente, col valore di cento litri al minuto secondo, diviso in decimi, centesimi e millesimi.
È una norma, perciò, che disciplina essenzialmente la formazione degli atti costitutivi delle servitù considerate (« deve in tutti gli atti esprimersi in relazione al modulo », diceva più limpidamente l'art. 622 del codice abrogato). E cosi non si parlerà, negli atti in questione, di metri cubi x, ma di x moduli, e y decimi o centesimi o millesimi di modulo.