Con il processo pubblico venivano venivano puniti gli atti illeciti lesivi di un pubblico interesse, ossia i crimina. In età arcaica, il ruolo di pubblici accusatori era sostenuto dai magistrati competenti (duoviri, quaestores): il reo aveva la facoltà di appellarsi al popolo, il quale condannava o assolveva. In età repubblicana si affermò la forma del processo penale dinanzi al tribunale permanente, in cui l'accusatore era un privato cittadino, e la giuria era presieduta da un magistrato (praetor). In età imperiale si sviluppò il processo penale dinanzi al tribunale straordinario (cognitio extra ordinem), celebrato dinanzi a un funzionario imperiale, che procedeva all'istruttoria ed emetteva la sentenza. Si iniziò in tale periodo a concedere la facoltà di appello a un grado superiore di giudizio.