L'espressione si usa, in generale, come criterio per verificare l'esistenza di un nesso di causalità tra condotta umana e un certo evento o danno. In diritto civile, si utilizza per individuare se vi sia un rapporto di causa-effetto tra l'evento e il danno, necessario per il sorgere dell'obbligo di risarcimento (vanno risarcite le conseguenze immediate e dirette dell'atto illecito). In diritto penale, l'espressione fa riferimento a quegli eventi che, sulla base della comune esperienza, sono causalmente riconducibili, con un ragionevole grado di probabilità, alla condotta dell'uomo: stabilito il nesso di causalità, si potrà attribuire al soggetto agente il fatto criminoso.